lunedì, giugno 24, 2013

TEORIA DELLA CONVERSIONE




Questa notte ho fatto uno strano sogno.
Ero stato convocato in Vaticano, perché alcuni Cardinali appassionati di matematica avevano trovato curiosa la formula da me inventata che di seguito descrivo (anch’essa sognata stanotte).
Riflettevo sull’approccio che vi è tra bene e male, quindi tra persone buone e cattive.
Vi è un equilibrio precario che fino ad oggi sembra aver favorito il bene, ma la sensazione è che gli equilibri stiano diventando sempre più precari, favorendo l’avanzare del male.
Questo probabilmente dipende da alcune variabili (derivate dall’interagire delle persone buone con quelle cattive) che si sono succedute nel tempo e che si potrebbero analizzare nel seguente modo.

Quando si incontrano una persona buona e una cattiva, li accomuna la costante Pt, che significa periodo di conversione. Tale periodo è il tempo (calcolato in giorni) in cui interagiscono la persona buona e quella cattiva.

Pt= tot giorni

Le variabili in gioco sono:
x= Le azioni buone che la persona cattiva riceve dalla persona buona.
y= Le azioni cattive commesse dalla persona cattiva

Nella formula ho inserito il fattore di conversione Ct, ovvero il grado di predisposizione della persona cattiva ad essere convertito in persona buona.

Ct= Valore numerico inserito in una scala di valori da 3 a 33, dove 3 indica ottima predisposizione alla conversione e 33 pessima predisposizione alla conversione.

Dalla combinazione delle variabili otteniamo T, ovvero il tempo necessario per convertire una persona cattiva in persona buona.

T= Pt*y*Ct/x

Esmpio:

x=6
y=3
Pt=30
Ct=3
T=45


Una persona cattiva ben predisposta a convertirsi, in un periodo di 30 giorni in cui ha ricevuto 6 azione buone e ne ha commesse 3 cattive, riuscirà a convertirsi in un tempo di circa 45 giorni.

X=6
Y=3
Pt=30
Ct=11
T=165


Un'altra persona con un fattore di conversione superiore, ad esempio 11 (nella media), impiegherà circa 165 giorni.

Questa espressione dimostra che le azioni dei buoni influiscono nel tempo, tanto quanto le azioni dei cattivi. Quindi è la dimostrazione matematica che fare del bene è necessario, ma soprattutto è un’azione che influisce nel corso di un determinato periodo di tempo, e non immediatamente.
Questo dovrebbe spronare a fare del bene sempre e comunque, anche se il risultato non è subito evidente. Se il male avanza dunque non dipende dalla semplice scusa che tutti stanno diventando cattivi. Forse il vero problema è che i buoni stanno diventando meno buoni.

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